Mark Rutte e la follia guerrafondaia della NATO: prendiamo i soldi da sanità e pensioni per le armi.
Di Giuseppe Salamone, 13 dicembre 2024
Le recenti dichiarazioni del Segretario Generale della NATO, Mark Rutte, sono un insulto alla dignità dei cittadini europei e alla memoria delle lotte per i diritti sociali che hanno plasmato le democrazie occidentali oggi non più democrazie. Chiedere che parte delle pensioni, della sanità pubblica e delle spese per il welfare vengano destinate alla produzione di armi non è solo un atto di sconsiderata arroganza, ma rappresenta una pericolosa deriva ideologica che mette a repentaglio la stabilità sociale dei paesi membri dell'Alleanza Atlantica.
Un attacco diretto alla Costituzione italiana
Le parole di Rutte sono in netto contrasto con la Costituzione italiana, che all’articolo 11 sancisce il ripudio della guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali. Nonostante ciò, il silenzio assordante della classe politica italiana – dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, fino all’opposizione rappresentata da Elly Schlein – su queste dichiarazioni è scandaloso. Si tratta di una resa implicita a una logica che privilegia il militarismo sfrenato a scapito dei diritti fondamentali.
La retorica del terrore e la logica del profitto
Rutte sostiene che i paesi europei spendano "troppo" in pensioni e welfare e che dovrebbero destinare quei fondi alla difesa, arrivando a superare il 3% del PIL in spese militari. Una posizione che non solo ignora la centralità del welfare nello sviluppo economico e sociale, ma che tradisce una visione pericolosa: un'Europa disposta a sacrificare il benessere delle proprie popolazioni per alimentare l’industria bellica.
Eppure, Rutte stesso ammette che non vi è alcuna minaccia diretta dalla Russia ai membri dell'Alleanza. Se non c'è un pericolo immediato, perché questa corsa agli armamenti? La risposta è semplice: si tratta di mantenere e rafforzare lo strapotere della NATO e, indirettamente, tutelare gli interessi strategici ed economici degli Stati Uniti, principale beneficiario di un’industria bellica sempre più vorace.
Il mito della "sicurezza" e il costo umano
Dal 1949, la NATO ha giustificato le sue azioni con la necessità di garantire la sicurezza dei suoi membri. Tuttavia, dalla caduta del Muro di Berlino, l’Alleanza più guerrafondaia della storia dell'uomo ha operato più come un braccio armato degli interessi statunitensi che come un’organizzazione di difesa. Guerre come quelle in, Serbia, Iraq, Afghanistan, Libia e oggi in Ucraina – tutte sostenute o guidate dalla NATO – hanno destabilizzato intere regioni, causato milioni di vittime e alimentato crisi migratorie globali.
Oggi, l'idea di tagliare le pensioni e la spesa sanitaria per finanziare ulteriori avventure belliche è l'ennesima dimostrazione dell'insostenibilità morale e politica di questa istituzione.
Il dovere di dire basta
In Italia è tempo di rompere il tabù sull'adesione alla NATO. Questa alleanza, che avrebbe dovuto garantire la pace e la stabilità, si è trasformata in un meccanismo di militarizzazione perenne. La proposta di Mark Rutte è una dichiarazione di guerra sociale, e il silenzio dei leader europei ne è complice.
Non possiamo permettere che i fondi destinati alla sanità, alle pensioni e al welfare vengano dirottati per soddisfare le richieste di un Segretario Generale guerrafodnaio che sembra più interessato a compiacere le lobby delle armi che a garantire la sicurezza delle popolazioni.
È tempo di alzare la voce, di dire chiaramente che l'Europa non può e non deve essere schiava di un'alleanza che sacrifica i diritti dei suoi cittadini sull'altare del militarismo. Mark Rutte e la sua retorica guerrafondaia rappresentano una minaccia per la pace, per l'Europa e per il mondo intero.
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Forse l'obiettivo di tutta l'operazione NON È indebolire o battere la Russia QUANTO indebolire e magari distruggere l'Europa... Una cittadinanza resa DIPENDENTE da sussidi, prestiti, delle nazioni profondamente INDEBITATE cogli USA sarebbero dagli USA totalmente dipendenti..,. Il supercontinente non potrebbe MAI formarsi perché richiederebbe un benestare USA... Naturalmente le élites sarebbero collocate opportunamente TRA I CREDITORI... Per la felicità dei poveretti che, lungi dall'UNIRSI vengono "provvidenzialmente" DIVISI dai nostri disinteressatissimi MEDIA