Le banche centrali europee allarmate per il collasso economico: il fallimento di Draghi e Von der Leyen, servitori di Washington
Scelte scellerate e subordinazione agli Stati Uniti hanno gettato l’UE nel caos economico e politico. Il sogno europeo si sgretola mentre il baratro si avvicina.
Di Giuseppe Salamone, 25 novembre 2024
Ora che l’Europa si accorge di star sprofondando in un baratro economico e politico, è forse troppo tardi per invertire la rotta. Il disastro attuale non è un fulmine a ciel sereno, ma il risultato prevedibile delle scelte scellerate fatte negli ultimi anni da leader come Mario Draghi, Ursula von der Leyen e altri protagonisti della politica europea. Decisioni che, anziché rafforzare il continente, lo hanno indebolito ulteriormente.
La guerra per procura in Ucraina: un boomerang
La guerra in Ucraina, sostenuta con zelo dall’UE sotto la guida di Washington, è stato letteralmente un suicidio. Presentata come un modo per indebolire la Russia e isolare Putin per difendere l'Ucraina e il "mondo basato sulle regole" (balle!), questa politica ha prodotto l’esatto contrario. La Russia, lontana dall’essere messa all’angolo, ha consolidato il proprio ruolo geopolitico, rafforzando le alleanze globali e sfruttando la miopia europea per ridisegnare gli equilibri internazionali.
Quando in passato si metteva in discussione la narrativa ufficiale, chiunque osasse suggerire che questa guerra avrebbe avuto ripercussioni devastanti sull’Europa veniva liquidato come complottista o, peggio, come "spia del Cremlino". Ora, a distanza di tempo, il caos economico e politico che attanaglia l’UE parla chiaro.
Una crisi economica e politica senza precedenti
Secondo il Financial Times, la Banca Centrale Europea (BCE) e le banche centrali di Germania e Francia hanno lanciato un grave allarme sul collasso economico dell’Unione Europea. La paralisi politica, derivante dalla frammentazione interna e dall’incapacità di coordinarsi su strategie economiche efficaci, sta accelerando il declino. Christine Lagarde, governatrice della BCE, ha sottolineato come i capitali europei siano “intrappolati all’interno dei confini nazionali oppure fluiscano verso gli Stati Uniti”. In altre parole, l’Europa sta diventando economicamente irrilevante, incapace di trattenere risorse o di competere su scala globale. I vertici delle banche centrali di Germania e Francia avvertono che il rischio di una nuova guerra commerciale potrebbe devastare ulteriormente il PIL europeo, alimentando inflazione e aggravando le difficoltà economiche.
Un’Europa in ginocchio davanti a Washington
Le difficoltà odierne dell’UE non sono solo economiche, ma anche politiche. Il sogno di un’Europa forte e unita è stato sacrificato per assecondare le strategie di Washington, senza considerare gli interessi reali dei cittadini europei. Invece di lavorare per l’autonomia energetica, politica, commerciale ed economica,, l’UE si è resa dipendente dagli Stati Uniti, importando costosi carburanti fossili e cedendo sovranità decisionale come mai fatto prima. Questa subordinazione non solo non ha rafforzato l’Europa, ma l’ha resa più vulnerabile, trasformandola in un continente politicamente frammentato ed economicamente in declino.
Un futuro incerto per l’Europa
La situazione attuale era stata ampiamente prevista da chi, in passato, aveva messo in guardia contro i rischi di una politica estera e interna miope e autoreferenziale. Tuttavia, tali voci sono state ignorate e ora il prezzo di questa cecità è sotto gli occhi di tutti. Se l’Unione Europea non smetterà di subordinarsi agli interessi statunitensi e non adotterà una visione strategica realmente autonoma, il baratro diventerà ancora più profondo. Ma per molti Paesi membri potrebbe già essere troppo tardi per risalire. Gli avvertimenti lanciati da Lagarde e dalle banche centrali di Francia e Germania sono ormai pressoché inutili. Il lavoro è stato portato a termine quando ci si consegnò senza battere ciglio alle decisioni di personaggi come Mario Draghi e Ursula Von der Leyen. Due servi di Washington che ancora oggi continuano a pontificare accolti come se fossero i salvatori della patria. In realtà sono i più grandi nemici che l'Unione Europea abbia mai conosciuto!