Collasso Siria e terroristi chiamati "ribelli": il trionfo dell'ipocrisia criminale Usa/Israele/servi
Complicità e distruzione: come Israele e l'Occidente hanno alimentato il terrorismo travestito da "ribellione", lasciando un'intera nazione in cenere.
Di Giuseppe Salamone, 9 dicembre 2024
La caduta di Bashar al-Assad, dopo anni di sanguinosa guerra civile e caos, ha trasformato la Siria in un inferno senza fine. I cosiddetti oggi chiamati "ribelli", che non sono altro se non gruppi terroristici sostenuti e armati dall’Occidente — hanno preso il controllo di Damasco. Il regime di Assad è stato abbattuto, ma ciò che rimane è uno Stato in rovina, un campo di battaglia tra jihadisti e potenze straniere pronte a spartirsi il Paese.
Terrorismo: Lo strumento dell’occidente per il cambio di regime
La narrazione occidentale ha sistematicamente dipinto i gruppi ribelli come "moderati" o "paladini della libertà". Tuttavia, la realtà è che le forze che hanno spodestato Assad non sono altro che milizie estremiste come Hayat Tahrir al-Sham (HTS), un’organizzazione terroristica derivata da Al-Qaeda. Il leader di HTS, Abu Mohammad al-Jawlani, nonostante un passato macchiato di atrocità, è stato riabilitato dagli Stati Uniti e dai loro alleati come figura politica legittima. Nel 2017, è bene ricordare, il Dipartimento di Stato Usa aveva messo una taglia da 10 milioni di dollari sulla sua testa.
L'ipocrisia delle potenze occidentali è evidente: i terroristi, a lungo "combattuti" come nemici dell'umanità, diventano "alleati strategici" quando i loro obiettivi coincidono con quelli di Washington e Tel Aviv. Il progetto di destabilizzazione della Siria non è mai stato guidato da nobili ideali di democrazia, ma da un cinico calcolo geopolitico volto a indebolire l’Iran e consolidare il controllo israeliano sulla regione.
La mano di Israele e l’agenda Occidentale
Israele, con il pretesto della sicurezza, ha immediatamente approfittato del vuoto di potere per espandere la sua influenza nelle alture del Golan. Dopo anni di supporto indiretto ai gruppi antigovernativi, ha lanciato un’operazione militare diretta, occupando città siriane strategiche e dichiarando nullo l’accordo di disimpegno del 1974.
Questa manovra riflette una strategia a lungo termine, confermata dal famoso "Piano Yinon", che mira a balcanizzare il Medio Oriente trasformando Stati un tempo forti, come Siria e Iraq, in entità frammentate e incapaci di opporsi all’espansione israeliana.
La vergogna delle Nazioni Unite e l’Occidente complice
Nonostante la Siria sia stata distrutta da una coalizione di forze terroristiche sponsorizzate da Stati Uniti, Turchia e monarchie del Golfo, l’ONU continua a mantenere un imbarazzante silenzio. Al contrario, l’inviato speciale delle Nazioni Unite per la Siria, Geir Pedersen, ha persino aperto alla possibilità di rimuovere HTS dalla lista delle organizzazioni terroristiche, qualora dimostrassero di poter essere "partner affidabili". Questa legittimazione di terroristi rappresenta un’umiliazione per il diritto internazionale e una sconfitta per chiunque creda nella pace e nella giustizia.
Un Paese in macerie: Il prezzo dell’interventismo Occidentale
Le città siriane, un tempo fiorenti centri culturali e storici, sono ora ridotte in macerie. I saccheggi e le violenze dilagano: intere comunità sono state decimate, e la popolazione civile vive sotto il giogo di milizie brutali. I racconti dal terreno, riportati da giornalisti come Vanessa Beeley, descrivono un Paese devastato non solo dalla guerra, ma dal tradimento delle stesse potenze che avevano promesso libertà e prosperità.
La caduta di Assad ha spalancato le porte a una nuova era di schiavitù sotto il dominio dei jihadisti, che non hanno alcun interesse a costruire un Paese stabile o a proteggere i diritti della popolazione. Al contrario, la loro agenda si basa su ideologie estremiste, la persecuzione delle minoranze religiose e l’imposizione della sharia.
L’ipocrisia Occidentale e il fallimento morale
Le potenze occidentali, che si proclamano difensori della democrazia e dei diritti umani, sono le principali responsabili di questa tragedia. Hanno finanziato, addestrato e armato i gruppi ribelli, sapendo benissimo che erano guidati da estremisti. Ogni dollaro e ogni arma inviata in Siria ha contribuito a perpetuare un conflitto che ha ucciso centinaia di migliaia di persone e costretto milioni a fuggire dalle proprie case.
Dietro lo slogan della "liberazione", gli Stati Uniti, Israele e i loro alleati hanno imposto alla Siria il peggiore dei destini: un Paese frammentato, preda di interessi stranieri, senza speranza di ricostruzione. La caduta di Assad non ha portato libertà, ma ha consegnato il popolo siriano nelle mani di signori della guerra e terroristi senza scrupoli.
Conclusione: una vittoria per i terroristi, una sconfitta per l’umanità
La Siria post-Assad è un esempio lampante del fallimento morale della politica estera occidentale e della sua complicità con il terrorismo. Il caos generato in Siria non rappresenta una vittoria per la democrazia, per i diritti e per l'uguaglianza, ma una sconfitta per l’intera umanità. La Siria non è stata salvata dall’Occidente bensì è stata sacrificata sull’altare degli interessi geopolitici e dell’avidità imperialista. Ciò che restano oggi sono due cose evidentissime: il Popolo Palestinese abbandonato da tutti e condannato a una fine davvero vergognosa e Israele che vede una speranza, come mai prima di oggi nel corso della storia, di portare a termine l'obiettivo fanatico, messianico, criminale e colonialista chiamato "Grande Israele" e quindi di essere l'unica super potenza in un Medio Oriente frammentato e nel caos. Un dramma!
Il solito giochetto che fanno gli Stati Uniti, si propongono come salvatori ma in realtà guardano ai propri interessi
In questo momento il governo di transizione in Siria è una coalizione eterogenea formata non solo da HTS, ma anche SNA e SFA.
Ora che dir si voglia, loro rappresentano la maggioranza del paese e la prova è che c’è consenso.
Come altro si spiegherebbe una vittoria così veloce sull’esercito Siriano?
Assad stava lì solo per stampella russa e iraniana con il pugno di ferro sulla popolazione.
Quindi siamo già ad una condizione in meno da riempire perché torni la stabilità in Siria e secondo me già questo è un traguardo.